Resta cruciale pero’ una corretta alimentazione
L’Italia è al quarto posto in Europa per sovrappeso e obesità infantile. Al centro dell’indagine, una molecola, l’acido butirrico, che può aiutare a combattere l’obesità nei bambini
L’Italia è al quarto posto in Europa per sovrappeso e obesità infantile. Un primato tutt’altro che lusinghiero che diventa più pesante se consideriamo solo il fattore obesità: in questo caso il nostro Paese occupa il secondo posto, come rivela lo studio Childhood Obesity Surveillance Initiative, redatto dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha raccolto i dati dal 2018 al 2020 in 33 Paesi della regione europea. Ecco perché desta particolare interesse la ricerca, unica nel suo genere in ambito pediatrico, denominata Bapo (Butyrate Against Pediatric Obesity), condotta su bambini affetti da obesità, con il coordinamento di Roberto Berni Canani, professore di pediatria presso il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali, Università degli Studi di Napoli Federico II, e direttore del laboratorio di Immuno-nutrizione del CEINGE Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore.
Al centro dell’indagine, una molecola, l’acido butirrico, che può aiutare a combattere l’obesità nei bambini. Ma perché l’acido butirrico avrebbe questo ruolo così cruciale nella prevenzione dell’obesità? “Innanzitutto, è il principale mediatore degli effetti benefici indotti dal microbiota intestinale (i miliardi di batteri che vivono nel nostro intestino) sulla salute dell’uomo”, ci spiega il professor Berni Canani. “È un metabolita ‘centrale’ per il nostro stato di salute implicato nella regolazione di numerose e importanti funzioni del nostro organismo sia a livello intestinale che extraintestinale: sistema immunitario (ci protegge dalle infezioni e dalle allergie), metabolismo (regola il metabolismo degli zuccheri e dei lipidi, e il senso di fame), sistema nervoso centrale, e molto altro. Purtroppo, numerosi stimoli ‘ambientali’, come l’esposizione ad antibiotici o a stili alimentari poco sani (alto consumo di cibi commerciali ultraprocessati e scarsa aderenza alla Dieta Mediterranea) determinano una significativa riduzione della produzione di questo metabolita così importante per il nostro stato di salute. L’acido butirrico è quindi, come sottolinea l’esperto, un “anti-obesogeno” naturale. E infatti, i bambini obesi hanno una carenza di produzione di questo importante metabolita.
Nello studio clinico sono stati valutati 60 bambini affetti da obesità di età compresa tra 5 e 17 anni (età media 11 anni), che hanno ricevuto, oltre al trattamento standard che comprendeva modifiche delle abitudini alimentari e dello stile di vita, la somministrazione per bocca di acido butirrico per 6 mesi. Al termine della sperimentazione, nei bambini trattati con l’acido butirrico si è osservata una maggiore perdita di peso associata a un miglioramento del metabolismo degli zuccheri e dei grassi, degli indici di infiammazione e una riduzione della grelina, il principale ormone che regola il senso della fame.
La ricerca è l’ultima “tappa” di un’intensa attività di ricerca “iniziata già molti anni fa e focalizzata sul microbiota intestinale come possibile obiettivo di intervento per la prevenzione e il trattamento dell’obesità in età pediatrica”, aggiunge Berni Canani. “Grazie a questi studi abbiamo potuto definire gli aspetti essenziali dell’effetto anti-obesità dell’acido butirrico: i meccanismi d’azione, le dosi e i tempi migliori per una supplementazione nell’uomo. Da diverso tempo, in particolare la Società italiana di pediatria, incoraggia un vero e proprio cambiamento culturale, che individua in uno stile di vita sano nell’infanzia e nell’adolescenza la base di una vita futura in salute. Un vero e proprio investimento per un percorso di benessere che includa oltre a pasti equilibrati anche un’attività aerobica, come il camminare e lo sport. Un approccio confermato anche dallo studio condotto da Berni Canani perché “conferma l’importanza di sane abitudini alimentari, con adeguato consumo di fibre vegetali e scarso apporto di cibi ultraprocessati, come strategia essenziale per la prevenzione e il trattamento dell’obesità in età pediatrica”.
E allora, non sarebbe più efficace concentrarsi di più sui fattori nutrizionali e psicologici alla base del fenomeno dell’obesità, piuttosto che orientarsi su integrazioni di questo tipo? “Certamente sì”, risponde Canani. “Vinceremo la ‘guerra’ contro l’obesità solo attraverso la promozione di uno stile di vita sano fin dalle epoche più precoci della vita con una buona educazione alimentare. Le conoscenze sempre più approfondite sui rapporti tra microbiota intestinale, acido butirrico e metabolismo stanno portando nuova ‘linfa’ a queste strategie. Favorendo un’ottimale produzione endogena o supplementando la dieta di questo metabolita anti-obesità abbiamo adesso un’arma in più per sconfiggere una delle patologia croniche più comuni, non soltanto per l’età pediatrica”.