L’Associazione Lega Diritti del Malato si mostra profondamente preoccupata per l’evoluzione della situazione riguardante l’aviaria nei gatti, negli uccelli e nei mammiferi, anche in Italia. L’aumento dei casi di aviaria tra i gatti in Polonia ha sollevato un’allerta in tutta Europa, spingendo l’Associazione a richiamare l’attenzione sul tema.

Dopo le raccomandazioni dell’Efsa, che invitano a tenere i cani sempre al guinzaglio e i gatti chiusi in casa nelle zone colpite, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto un aggiornamento che rivela la gravità della situazione, superando le previsioni iniziali.

In Italia, la sorveglianza sull’aviaria era già attiva da tempo, ma l’allarme si è intensificato ulteriormente a seguito delle conferme che il virus sta coinvolgendo anche i mammiferi, oltre agli uccelli selvatici e al pollame. Secondo gli ultimi aggiornamenti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, l’attuale numero di focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità nel pollame domestico è di 41 (rispetto ai 40 registrati il 28 aprile), e i casi tra gli uccelli selvatici rimangono stabili. Recentemente è stato estinto un focolaio H5N1 in un allevamento di fagiani in provincia di Pavia, tuttavia persistono casi di germano reale e alzavola, rendendo pericolosa la caccia a tali specie.

È stato accertato che in provincia di Brescia cinque cani e un gatto presenti in un allevamento avicolo rurale sono stati sieroconvertiti, il che indica che gli animali sono entrati in contatto con il virus dell’aviaria, hanno sviluppato anticorpi, ma non hanno contratto la malattia. Il ceppo del virus rilevato è lo stesso polacco (2.3.4.4b), considerato responsabile anche di altri casi riportati in gabbiani nel Nord Italia, che risultano essere i volatili selvatici più colpiti. L’H5N1 ha colpito un’ampia gamma di specie di uccelli selvatici in Europa, dalle regioni più settentrionali della Norvegia fino alle coste del Mediterraneo. Le autorità raccomandano di intensificare la sorveglianza attiva della malattia negli uccelli selvatici, in particolare quelli acquatici, al fine di comprendere meglio la circolazione dei diversi virus ad alta patogenicità.

Secondo quanto riportato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, “il virus H5N1 attualmente in circolazione in Europa presenta una preferenza per i recettori cellulari aviari. Tuttavia, sono state individuate diverse mutazioni associate all’adattamento nei mammiferi e all’aumento del potenziale zoonotico”. È necessario ulteriormente studiare gli effetti reali sulle caratteristiche biologiche dei virus. Per quanto riguarda i mammiferi colpiti, si tratta principalmente di carnivori selvatici che cacciano uccelli selvatici o si nutrono di uccelli selvatici morti. Fino ad oggi, sono state colpite almeno 26 specie di mammiferi. Sono stati segnalati casi positivi anche in animali domestici come cani e gatti in diversi paesi, compresi i recenti casi in Polonia, che hanno coinvolto 28 gatti domestici e un caracal in cattività, alcuni dei quali hanno sviluppato forme cliniche gravi che hanno portato alla morte.

Tutti i virus responsabili di questi casi risultano geneticamente correlati e si raggruppano con i virus già riscontrati nel pollame e negli uccelli selvatici. “La fonte dell’infezione rimane incerta e, finora, non è stata dimostrata la trasmissione da gatto a gatto o da gatto a uomo. Sono stati rilevati anticorpi specifici per il virus H5N1 anche in cinque cani e un gatto senza segni clinici in un allevamento rurale italiano colpito da un focolaio di HPAI nel pollame. Di recente sono stati segnalati casi anche in allevamenti di animali da pelliccia (volpi artiche e visoni) in Finlandia. In tali focolai, sono stati registrati animali con sintomi respiratori e nervosi, nonché diversi decessi. I virus responsabili di questi casi saranno presto sottoposti a un’analisi approfondita presso l’Eurl per l’influenza aviaria presso il nostro istituto”.

Quali sono i rischi per gli esseri umani? “Tra maggio e luglio 2023 sono stati segnalati due casi di infezione da H5N1 nel Regno Unito, due infezioni da H9N2 e una da H5N6 in Cina, mentre una persona infetta da H3N8 in Cina è deceduta. Secondo l’Ecdc, il rischio di infezione in Europa rimane basso per la popolazione generale e da basso a moderato per le persone esposte professionalmente o per altri motivi a uccelli o mammiferi infetti (sia selvatici che domestici). Gli esperti raccomandano di sensibilizzare ulteriormente la popolazione per evitare l’esposizione ad animali morti o malati al fine di ridurre ulteriormente il rischio di infezione”.

Di Diritti del malato

movimento per il sostegno del malato attraverso il miglioramento del sistema sanitario.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *