Il crescente fenomeno delle professioni sanitarie abusive rappresenta un rischio gravissimo per la salute pubblica, mettendo in serio pericolo la vita e l’integrità di chi cade nelle mani di questi imbroglioni. L’esempio di un recente arresto a Reggio Calabria ne è la prova lampante.
Reggio Calabria – In un mondo dove la cura della propria immagine ha assunto un ruolo sempre più centrale, la preoccupazione della Lega del Diritto del Malato (LDM) riguardo al problema delle professioni sanitarie abusive, particolarmente nell’ambito estetico, cresce di giorno in giorno. Secondo le fonti del Ministero della Salute, ci troviamo di fronte a una piaga che, ogni anno, compromette gravemente la salute e la vita di un numero sempre crescente di persone.
Il consiglio da parte della LDM è chiaro e netto: rivolgersi sempre e solo a strutture certificate e professionisti riconosciuti. La fiducia cieca, infatti, può costare caro, come dimostra il recente episodio accaduto a Reggio Calabria.
I Carabinieri del NAS di Reggio Calabria, attraverso un’intensa attività investigativa, hanno arrestato un 56enne che si spacciava per medico chirurgo, eseguendo interventi di trapianto di capelli, pur non avendo alcuna qualifica professionale. Quest’uomo, operante almeno dal 2017, aveva aperto quattro ambulatori medici abusivi, mettendo a grave rischio la salute di chi si era affidato a lui.
Ancora più preoccupante è il fatto che queste pratiche abusive venivano promosse attraverso un sito internet e una pagina Facebook, raggiungendo potenziali pazienti non solo nella provincia di Reggio Calabria, ma anche dalla vicina Sicilia.
Questi episodi evidenziano l’urgente necessità di una maggiore consapevolezza e cultura della salute. Non possiamo più permettere che finti santoni o pseudo-professionisti sfruttino la vulnerabilità e la buona fede delle persone, rovinando la loro vita e mettendo a rischio la loro salute.
È essenziale che istituzioni, associazioni e cittadini si uniscano in una lotta comune contro questo fenomeno. La LDM continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nell’informazione e nella prevenzione, con l’obiettivo di proteggere i diritti e la salute di tutti i pazienti.