Lombardia s’è persa il tracciamento…..
– Proprio dall’area del Paese più colpita in numeri assoluti dalla pandemia di coronavirus.
Nella settimana tra il 19 e il 25 ottobre – il monitoraggio sul periodo 26 ottobre-2 novembre sarà disponibile nelle prossime ore – la Lombardia aveva un Rt pari a 2.01, cioè ogni positivo sintomatico era capace di infettare due persone.
Presentava anche “più del 50%” di probabilità di superare il 30% dei posti in terapia intensiva occupati e il 40% in area medica nel giro di un mese.
Non solo: 28.018 tamponi erano risultati positivi su 128.156 processati, il 21,9%, e su 49.939 casi accertati di infezione ad ottobre solo per 26.265 (il 52,6%) era stata effettuata una regolare indagine epidemiologica per ricercare i contatti stretti. Per l’Istituto superiore di sanità, la Lombardia aveva anche una “capacità di monitoraggio” sull’inizio dei sintomi “di poco sopra soglia”: solo il 64,7% dei casi sintomatici aveva una data accertata di inizio sintomi. Riteniamo sia una resa sul fronte del tracciamento!!!.; insomma, con ospedali a rischio sofferenza nel giro di qualche settimana.
Troppo poco, secondo Fontana, per istituire una zona rossa nonostante la “classificazione complessiva del rischio” venga calcolata dall’Iss come “alta con probabilità alta di progressione” e l’incapacità di stare dietro all’indagine e gestione dei contagi lascia intravedere “molteplici allerte di resilienza
iemonte, tra focolai e tracing sotto-soglia
– Stessa conclusione pero’ anche sul Piemonte!
INFATTI l’indice Rt era 1.99, il trend dei focolai attivi era in aumento e la probabilità di saturazione dei reparti di terapie intensive e di area medica era considerata superiore al 50%, come iniziano a dimostrare le immagini giunte negli ultimi giorni dagli ospedali di Orbassano e Ripoli. Anche nella Regione guidata da Alberto Cirio, gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio si fermavano a un “di poco sopra-soglia” critica, mentre il 17% dei 67.013 tamponi diagnostici effettuati era risultato positivo (11.554) e solo per l’86.9% dei casi accertati di coronavirus le strutture regionali erano riuscite ad effettuare il tracciamento dei contatti.
Da segnalare, anche, uno dei numeri più alti (5) per il tempo trascorso tra la data di inizio sintomi e la data di diagnosi.
QUI LE PREFERENZE POLITICHE NON C’ENTRANO! QUESTA È LA REALTÀ E LA SALUTE DELLA GENTE DEVE ESSERE SEMPRE AL CENTRO DI OGNI DECISIONE ! NON ALTRO!