Benvenuti nella nostra rubrica “Salute & Casa”.
In questa puntata parleremo di Radon

Avete mai pensato che proprio nelle nostre case possa esserci un rischio legato alle radiazioni?
Non sto parlando delle onde elettromagnetiche emesse dal telefonino che banalmente chiamiamo “radiazioni”, ma di quelle prodotte dal decadimento di sostanze radioattive. E se aggiungiamo che le radiazioni vengono dal decadimento dell’Uranio, potrebbero venirvi in mente parole Chernobyl, Fukushima o addirittura le bombe di Hiroshima e Nagasaki…
Non allarmatevi troppo, non per ora almeno, stiamo parlando del Radon.

COS’È E DOVE SI TROVA IL RADON
È un gas naturale, incolore insapore e inodore, presente nei terreni di tutta la nostra penisola, isole comprese e anche nel resto del mondo, in concentrazioni variabili che dipendono dal tipo di terreno stesso.
Il pericolo maggiore di questo gas è correlato all’inalazione: inspirato in quantitativi in eccesso e per periodi prolungati, può infatti provocare seri danni alla salute, in particolare ai polmoni, qualificandosi come seconda causa di rischio per l’insorgenza di un tumore.
Il Radon, per più del 99% è prodotto dal decadimento dell’Uranio-238, e direi che tanto ci basta per tralasciare le altre provenienze. Il Radon-222 decade nel giro di pochi giorni, meno di quattro, emettendo radiazioni alfa e formando i prodotti di decadimento tra cui il polonio (emettitore alfa), piombo e bismuto (emettitori beta e gamma).

In Italia una classificazione in base alla presenza di Radon è stata fatta per macrozone. Le varie regioni si sono poi adoperate, chi più chi meno, per le analisi e zonazioni di dettaglio. Senza entrare nel merito dei parametri presi in considerazione per la realizzare le mappe (misurazioni indoor, geologia, tipologia di edifici, ecc…), queste hanno lo scopo di aiutare le istituzioni ad individuare le attività necessarie e le “risorse” da mettere in campo per pianificare la riduzione del rischio; servono, ancora, per indicare in quali aree gli edifici di nuova costruzione devono essere progettati con sistemi di prevenzione efficaci a contrastare/limitare la presenza di Radon e per individuare gli edifici esistenti che necessiterebbero di interventi per la mitigazione del rischio.
I prodotti di decadimento sono a loro volta radioattivi, si depositano in parte sul pulviscolo presente nell’aria e quando vengono respirati si fissano all’interno dell’apparato respiratorio: bronchi e polmoni gli organi bersaglio.
Studi scientifici hanno dimostrato che esiste una correlazione statistica tra la concentrazione di radon in aria e il rischio di tumore ai polmoni e che questo rischio aumenta di circa il 16% per ogni 100 Bq/m3 di incremento di concentrazione media di radon, rispetto al rischio medio statistico di tumore al polmone (il bequerel è l’unità di misura delle emissioni di radioattività). Nella valutazione degli effetti sanitari è molto importante tenere presente l’effetto del fumo di tabacco. Esiste una sinergia tra radon e fumo di tabacco: il radon ha maggiore possibilità di causare il tumore polmonare tra i fumatori.
All’inizio del 2024 è stato adottato il “Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032 che contiene gli obiettivi per affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni, descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon.

CONSIGLI PRATICI

Vediamo ora dove si può trovare il Radon nelle nostre case e come difendersi.
Per capire come si possa progettare una casa più sicura o un sistema che permetta di proteggersi dal Radon, è fondamentale sapere che è il gas più pesante in natura, la sua densità è circa 8 volte quella dell’aria; la sua disintegrazione da luogo al piombo come prodotto finale.
Da queste semplici ma fondamentali informazioni non è difficile individuare i luoghi della casa dove si può trovare più facilmente e dove si accumula: tutti i luoghi a contatto con il terreno, in particolar modo negli scantinati e seminterrati.
Se la nostra casa si trova in une delle zone a maggior concentrazione di Radon, allora è buona norma far areare i locali “più in basso” della casa, quelli a contatto diretto con il terreno, specialmente se sono dei seminterrati. Sarebbe una buona norma non destinare questi luoghi a taverna dato che in questo caso il tempo trascorso all’interno di questi locali può essere considerevole e l’areazione limitata, soprattutto se d’inverno.
Esistono diverse contromisure che possono essere adottate per limitare la presenza di questo dannoso gas nelle nostre case, sono per lo più soluzioni tecniche che vanno studiate da professionisti.
Le varie soluzioni si differenziano a seconda che si stia trattando una nuova costruzione o un edificio esistente.

APPROFONDIMENTI
Per chi volesse, riporto dei link di approfondimento:
https://www.iss.it/radon
https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3415

… E INFINE
Citare degli esempi d’interventi non sarebbe utile in questo caso, il faidate è poco praticabile.
Gli unici consigli pratici e di immediato utilizzo sono:

  • Favorire il ricircolo dell’aria, anche d’inverno
  • Non rimanere per molto tempo in ambienti seminterrati o a diretto contatto con il terreno

Una buona notizia, LDM ha intenzione di iniziare una collaborazione con dei professionisti per la rilevazione del gas Radon in ambiente domestico: se vuoi sapere come e quando partecipare, sul nostro sito verrà a breve illustrato il progetto.



Di Giuseppe Valvo

Ingegnere Civile attivo nel campo della Sicurezza sul Lavoro, Antincendio e Progettazione. Membro del Comitato Tecnico Scientifico di “Lega Diritti per il Malato”, contribuisce allo studio e alla realizzazione dei progetti dell’associazione e alla creazione di articoli divulgativi.

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