Barriere architettoniche :
un problema serio per disabili e anziani, mai affrontato correttamente!
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di: Ing. Francesca Gadusso
Le barriere architettoniche sono ostacoli fisici e non che impediscono la fruibilità degli spazi a persone con ridotte o assenti capacità motorie o con disabilità che ne complicano l’orientamento.
L’abbattimento delle barriere architettoniche è un obiettivo umano di primaria importanza.
Le barriere architettoniche sono degli ostacoli fisici che rendono complicata la mobilità, soprattutto per persone con capacità motorie limitate, sia temporaneamente che permanentemente.-
Ricordiamo che con barriere architettoniche, si fa riferimento anche alla mancanza di adeguate segnalazioni di eventuali pericoli o di orientamento, che aiutano persone ipovedenti, non vedenti o senza udito.
Normativa di riferimento
È il DM 236/89, normativa di riferimento, che specifica l’ampiezza del termine “barriera architettonica”, parlando appunto di qualsiasi tipo di impedimento, fisico e non. Ne esistono diverse tipologie come un marciapiede alto, delle scale senza una rampa o dei passaggi stretti.
Il primo riferimento normativo risale al 1971, quando la Legge n.118 “Norme in favore di mutilati e invalidi civili” faceva esplicito richiamo all’accessibilità e alle barriere architettoniche degli edifici. Le prime indicazioni per rendere accessibili gli edifici pubblici si trovano nel D.P.R. 384/1978, noto anche come Decreto Roncini, materia oggi gestita dal DM 236/89.
Quindi, oggi per progettare un edificio o uno spazio pubblico si fa riferimento ad una serie di regole e indicazioni che garantiscono l’accessibilità a tutti, valide sia per i nuovi edifici, che per quelli in ristrutturazione.
– Nel caso di fabbricati sottoposti a vincoli, si concede una deroga alla normativa solo se un eventuale intervento compromette e pregiudica in modo grave l’edificio, per il quale va comunque previsto un sistema di strutture provvisorie rimovibili che garantiscano la libera circolazione a tutti.
Barriere architettoniche negli edifici
L’eliminazione delle barriere architettoniche dovrebbe essere un obiettivo primario nella progettazione di qualsiasi tipo di edificio, così come è importante intervenire su tutto il patrimonio esistente e rendere accessibili gli edifici, soprattutto quelli pubblici. La presenza di barriere architettoniche significa disparità e discriminazione in termini di possibilità di fruibilità.
Ci sono diversi gradi di abbattimento delle barriere architettoniche e il DM 236/89 fornisce le seguenti tre indicazioni:
- Adattabilità: ovvero la possibilità nel tempo di intervenire sugli ambienti e di renderli completamente fruibili, apportando modifiche di entità contenuta, relativi ai servizi, ai passaggi o alle porte e ai sistemi di movimento verticale, come montacarichi e ascensori.
- Visitabilità: cioè la possibilità di accedere agli spazi di relazione di un edificio, come soggiorno, sala pranzo o spazi relazionali in contesti di lavoro, e almeno ad un servizio sanitario di ciascuna unità immobiliare. La visitabilità è un livello obbligatorio per gli spazi sopra citati di residenze, strutture ricettive e luoghi come ristoranti, chiese o sale per spettacoli.
- Accessibilità: vale a dire la possibilità di raggiungere l’edificio e le sue unità immobiliari – fruendo agevolmente di tutti i suoi spazi in condizioni di sicurezza e autonomia. L’accessibilità è obbligatoria per tutti gli spazi esterni pertinenti all’edificio, le parti comuni, luoghi di lavoro, ambienti destinati ad attività sociale, scuole, servizi culturali, sportivi, socio assistenziali e in generale edifici pubblici.
Come eliminare le barriere architettoniche
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Per eliminare le barriere architettoniche è possibile ricorrere principalmente a due soluzioni, da un lato c’è la progettazione accurata di spazi e ambienti, dall’altro le tecnologie che permettono gli spostamenti nell’edificio, come ascensori e montacarichi ad esempio.
Per eliminare le barriere architettoniche, infatti, è necessario fin dal principio concepire ogni spazio con le corrette dimensioni e caratteristiche, calcolando le necessità per le manovre delle sedie a rotelle, con pendenze non eccessive e percorsi ben indicati, segnalati e di dimensioni appropriate.
La segnaletica deve essere comprensibile e adatta anche ai non vedenti e ai non udenti, ricorrendo quindi a segnali acustici, tattili e luminosi a seconda delle necessità.
In fase progettuale è necessario ragionare sulla distribuzione degli ambienti interni, sui percorsi che faranno le persone e sugli usi dello spazio, così da distribuire ogni ambiente e servizio nel modo più comodo e consono possibile.-
Per tutto quanto detto è chiaro che l’architettura e la progettazione sono uno strumento particolarmente utile per la realizzazione di edifici confortevoli, accessibili e adatti alle esigenze di tutti.
Ascensori, montascale e non solo: normativa e permessi
Oltre ad una buona progettazione è fondamentale installare tecnologie come ascensori e montascale che permettono a tutti di spostarti liberamente nell’edificio, sia esso nuovo o in fase di ristrutturazione.
L’installazione di ascensori e montascale, come indicato dal DM 2 marzo 2018, rientra negli interventi realizzabili senza titoli abilitativi. Il Glossario unico per le opere di edilizia libera, infatti, elenca tra gli interventi anche l’installazione, la riparazione, la sostituzione, il rinnovamento e la messa a norma dei montacarichi, dei servoscala, delle rampe e degli ascensori interni, purché non si incida sulla struttura portante dell’edificio.-
In alcuni casi, però, è necessario richiedere l’autorizzazione paesaggistica, come accade per l’installazione di ascensori esterni al di fuori di aree pertinenziali non visibili da spazi pubblici o per la realizzazione di rampe esterne per dislivelli superiori a 60 cm.
Detrazioni fiscali e agevolazioni
Ribadendo l’importanza dell’eliminazione delle barriere architettoniche, sono previste misure di incentivazione e sostegno per chi decide di svolgere i lavori necessari a garantire l’accessibilità dell’edificio.
Una prima possibilità risiede nell’offrire contributi a fondo perduto per interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, disponibili grazie al Fondo istituito dalla Legge 13/89 e che devono essere richiesti al Comune di residenza mediante apposite domande.-
In alternativa, c’è la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali previste per gli interventi di ristrutturazione edilizia, che includono anche tutti i lavori necessari ad abbattere le barriere architettoniche negli edifici esistenti. In questo caso, le detrazioni corrispondono al 50% dei costi sostenuti e vengono distribuite in 10 quote annuali di pari importo. Le spese detraibili devono riguardare interventi sull’immobile.