Un Sistema Sanitario al Collasso: 15 Milioni di Italiani Senza Medico di Famiglia Entro il 2026

La Federazione Lega Diritti del Malato (LDM) denuncia con forza la drammatica situazione della sanità territoriale italiana, dove il progressivo declino del numero di medici di famiglia rischia di lasciare senza assistenza primaria milioni di cittadini. I numeri parlano chiaro: entro il 2026, 15 milioni di italiani potrebbero ritrovarsi privi di un medico di base.

La gravità di questa emergenza sanitaria ha spinto la Federazione a promuovere una petizione nazionale sulle proposte di riforma della medicina territoriale, che ha già raccolto 19.500 firme. Un segnale chiaro della mobilitazione dei cittadini, preoccupati per il futuro della sanità pubblica.

Una Crisi Annunciata

Dal 2002 al 2023, il numero di medici di famiglia in Italia è sceso da 46.000 a 37.860. Il trend è inarrestabile: si stima che entro il 2025 il numero scenderà ulteriormente a 36.628. Questo declino non è accompagnato da un adeguato ricambio generazionale. Le previsioni dell’ENPAM indicano che i nuovi medici formati entro il 2031 saranno solo la metà dei 20.000 pensionamenti previsti.

La crisi è aggravata da:

Carico di lavoro insostenibile: Il 50% dei medici di famiglia ha già in carico più di 1.500 pazienti, con punte del 70% in Lombardia e del 64% in Veneto.

Assenza di giovani medici: La formazione attuale è inadeguata, con pochi laureati attratti dalla medicina generale.

Apertura limitata degli studi: Gli ambulatori sono aperti in media solo 14 ore settimanali, un dato ben lontano dagli standard europei.

L’Italia in Ritardo Rispetto all’Europa

La percentuale di medici di famiglia in Italia rappresenta solo il 17% del totale, mentre la media europea è del 24%. Paesi come Francia, Inghilterra e Portogallo dimostrano che un sistema sanitario più efficiente è possibile, grazie a un maggiore investimento nella medicina territoriale e a un migliore supporto ai professionisti.

Le Voci della Crisi

A Rozzano, nell’hinterland milanese, metà della popolazione è rimasta senza medico di famiglia. A Verona, il dottor Alberto Vaona racconta di pazienti “orfani” che si riversano negli studi per ottenere farmaci e certificati, senza sapere a chi rivolgersi. Questa situazione si ripete in molte aree periferiche, già definite “deserti sanitari”, dove la carenza di medici si fa sentire più acutamente.

Le Soluzioni Proposte dalla Petizione della LDM

La Federazione Lega Diritti del Malato, sostenuta dalle 19.500 firme raccolte, presenta un piano di intervento articolato per affrontare questa emergenza:

  1. Riforma della formazione:

Creare un percorso universitario specifico per la medicina generale, equiparandolo alle altre specializzazioni.

Offrire un supporto economico e formativo per attrarre giovani laureati.

  1. Assunzione diretta nel SSN:

Trasformare i medici di famiglia in dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, garantendo loro ferie retribuite, malattia e supporto amministrativo.

Creare un ambiente di lavoro integrato in cui i medici possano collaborare con infermieri e altri specialisti.

  1. Potenziare le Case di Comunità:

Rendere operative le Case di Comunità previste dal PNRR, aperte h24 e capaci di assorbire fino all’80% degli accessi oggi diretti ai pronto soccorso.

Prevedere incentivi per i medici affinché partecipino a queste strutture multidisciplinari.

  1. Incentivi economici e organizzativi:

Aumentare il numero di borse di studio per la specializzazione in medicina generale, rendendole più accessibili e remunerative.

Introdurre misure che valorizzino la figura del medico di famiglia, liberandolo da compiti burocratici e valorizzandone il ruolo clinico.

  1. Obbligo di ore minime:

Stabilire un numero minimo di ore settimanali di presenza dei medici nelle Case di Comunità, garantendo un servizio continuo e accessibile.

Un Appello alle Istituzioni

La Federazione LDM sottolinea con forza che le 19.500 firme raccolte rappresentano un appello diretto e inequivocabile ai decisori politici: è ora di agire. Il collasso del sistema sanitario territoriale non è più un rischio, ma una realtà imminente.

La salute dei cittadini italiani deve tornare al centro delle politiche pubbliche. Non è accettabile che milioni di persone vengano abbandonate a se stesse per mancanza di medici. La Federazione invita le istituzioni a:

Attuare le proposte contenute nella petizione.

Garantire una pianificazione a lungo termine per il sistema sanitario.

Investire nella medicina territoriale per garantire assistenza di qualità a tutti i cittadini.

È il momento di agire. La salute non può più aspettare.

La Lega Diritti del Malato continuerà a mobilitarsi, raccogliendo ulteriori adesioni e promuovendo iniziative di sensibilizzazione per garantire il diritto alla salute, un principio inviolabile della nostra Costituzione.

Di Diritti del malato

movimento per il sostegno del malato attraverso il miglioramento del sistema sanitario.

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